Patologia tiroidea diffusa
Quadri ecografici
Pagine correlate:
I gozzi tiroidei
Definizione e classificazione
Si definisce gozzo qualsiasi incremento della volumetria della ghiandola tiroide a carattere diffuso (gozzo diffuso) o regionale (gozzo uni- o multinodulare).
Il gozzo tiroideo diffuso si caratterizza per l'aumento volumetrico omogeneo del parenchima ghiandolare, nel contesto del quale non sono evidenti formazioni nodulari e la ghiandola mantiene nel complesso la morfologia propria. In genere l'aumento volumetrico a carattere diffuso è associato a condizioni patologiche benigne come il m. di Flajani-Basedow-Graves, nel contesto del quale, tuttavia, non possiamo escludere la degenerazione maligna.
Si parla di nodulo tiroideo singolo o gozzo uninodulare, in caso di una alterazione nodulare palpabile tiroidea. Molti noduli palpabili rimangono stazionari per molto tempo, mentre altri possono aumentare o diminuire le loro dimensioni e solo occasionalmente può essere osservata la scomparsa di formazioni nodulari precedentemente identificate. Alcuni di essi possono andare incontro a degenerazione neoplastica maligna, con una frequenza maggiore di quanto si verifica nei gozzi multinodulari.
Si definisce gozzo multinodulare un incremento volumetrico tiroideo con più di una formazione nodulare clinicamente evidenziabile.
La classificazione dei gozzi tiroidei può seguire criteri morfologici, funzionali ed epidemiologici (vd. Tabella).
Il criterio morfologico è stato già accennato, distingue i gozzi diffusi dai gozzi uni- e multinodulari.
Il criterio funzionale riconosce condizioni di eu-, ipo- o ipertiroidismo, associate ai differenti tipi di gozzi tiroidei, come descritti parlando della classificazione morfologica. Avremo, pertanto, gozzi eutiroidei, diffusi, uninodulari o multinodulari, quando l'aumento delle dimensioni ghiandola, regionale o diffuso, non è associato a segni di iper- o ipofunzione ormonale; gozzi ipertiroidei, anch'essi diffusi, uni- o multinodulari, con associati sintomi di ipertiroidismo; gozzi ipotiroidei (ipotiroidismo gozzigeno).
Il criterio epidemiologico distingue un gozzo endemico quando risulta colpita con alta prevalenza la popolazione di un'area; al contrario, condizioni di gozzo che insorgono in soggetti isolati, in regioni non particolarmente indiziate per fenomeni di endemia gozzigena, prendono la denominazione di gozzi sporadici.
Tabella: Classificazione dei gozzi tiroidei
Classificazione morfologica
Gozzo diffuso
Gozzo uninodulare
Gozzo multinodulare
Classificazione funzionale
Gozzo eutiroideo o semplice o non-tossico
Gozzo tossico (iperfunzionante):
gozzo tossico diffuso o m. di Basedow
adenoma tossico o m. di Plummer
gozzo tossico multinodulare o sindrome di Marine-Lenhart
tiroidite subacuta (fase tireotossica)
Jod-Basedow (contaminazione iodica da farmaci o soluzioni iodate)
Ipotiroidismo gozzigeno (gozzo ipofunzionante)
Classificazione epidemiologica
Gozzo endemico
Gozzo sporadico
Anatomia patologica
Morbo di Basedow
Nella maggioranza dei casi la tiroide è lievemente aumentata di volume in maniera simmetrica e uniforme. La capsula non è modificata né si osservano aderenze ai tessuti circostanti. Alla sezione, il parenchima si presenta carnoso, rosso bruno, grigio o rossastro in relazione al contenuto colloide e alla vascolarizzazione. L’aspetto istologico prevalente è costituito da una fitta cellularità del parenchima. I follicoli sono di dimensioni molto variabili, quelli più piccoli sono rivestiti da epitelio follicolare cilindrico, mentre quelli di diametro maggiore presentano strutture papillari, rivestite da epitelio cubico basso.
I tireociti hanno ampio citoplasma chiaro, mentre la colloide ha un aspetto vacuolato.
Gozzo multinodulare
Il quadro anatomopatologico è molto eterogeneo. Gli aspetti tipici sono:
una nodularità formata da isole di follicoli ripieni di colloide o di piccoli acini iperplastici
cicatrici irregolari come forma e distribuzione
emorragie focali e pigmentazione emosiderinica
aree focali calcifiche
formazioni microcistiche
L'aumento di volume del gozzo può essere talmente elevato da raggiungere un peso di 2000 g.
Alla sezione si apprezza una multinodularità costituita da noduli diversi tra di loro: alcuni appaiono circoscritti, altri circondati da tessuto cicatriziale e da condensazioni dello stroma tiroideo così da realizzarsi l'aspetto di un vero e proprio adenoma.
Gozzo semplice diffuso o colloido-cistico
Nella evoluzione del gozzo semplice diffuso possono essere identificati due stadi
stadio iperplastico
stadio dell’involuzione colloide
Il primo stadio la ghiandola è moderatamente aumentata di volume e raramente supera i 100 150 g; è interessata simmetricamente in modo diffuso, ed è notevolmente iperemica. Istologicamente l'epitelio follicolare è alto e cilindrico e i follicoli sono più piccoli con scarsa colloide. Con l'aumento della massa cellulare si raggiunge uno stato eutiroideo e cessa la proliferazione delle cellule follicolari, cui fa seguito l’accumulo di colloide.
In seguito a ciò i follicoli si dilatano e l'epitelio si appiattisce. L'accumulo di colloide non è uniforme in tutta la ghiandola e alcuni follicoli possono essere notevolmente distesi. In questo stadio la tiroide aumenta notevolmente di volume talvolta supera 500 grammi.
La colloide accumulata conferisce un aumento notevole di consistenza un aspetto gelatinoso, quasi vitreo, alla superficie di sezione. Questa fase di aumento di volume diffuso e non tossico è detta gozzo colloide.
Le tiroiditi
Le tiroiditi sono un gruppo di malattie caratterizzate dalla presenza di flogosi parenchimale.
Le tiroiditi possono essere provocate da una disseminazione microbica della tiroide. Quasi sempre l'infezione primitiva è a carico di altri organi e gli agenti microbici sono trasportati per via ematogena. Talvolta una deficienza immunologica potenzia queste forme infettive di tiroidite. I microrganismi più frequentemente in causa sono lo Staphylococcus aureus, gli streptococchi, la salmonella, gli Enterobatteri, il Mycobacterium tuberculosis, i miceti, la candida, di Aspergilli.
Qualunque sia l'eziologia, il processo infiammatorio può essere responsabile di un doloroso aumento di volume della ghiandola, ma quasi sempre la condizione transitoria e autolimitantesi o controllabile con terapia appropriata. La funzione tiroidea non è usualmente compromessa e le alterazioni residuo e sono scarse.
Possiamo suddividere le tiroiditi in due gruppi principali:
- Tiroiditi autoimmuni
Tiroidite cronica linfocitaria (o Tiroidite di Hashimoto)
Tiroidite silente (painless sporadic thyroiditis)
Tiroidite post- partum (painless post-partum thyroiditis)
- Ipertiroidismo autoimmune (Morbo di Basedow - Graves' disease)
- Tiroiditi non autoimmuni
Tiroidite infettiva
Tiroidite di Riedel
Tiroidite subacuta (T. di De Quervain)
Tiroidite secondaria (da agenti fisici, farmaci)
Tiroiditi autoimmuni
- Tiroidite cronica linfocitaria -
In questa forma di tiroidite il parenchima viene attaccato e distrutto dal sistema immunitario cellulo-mediato e, in minor misura, da quello umorale.
La ghiandola può essere aumentata di volume (forma florida), ma anche normale o ridotta (forma atrofica), con ecostruttura disomogenea per la presenza di areole ipoecogene più o meno grandi che conferiscono una ecogenicità complessivamente ridotta a vario grado in funzione della gravità. E' dimostrato che l'ipoecogenicità è dovuta alla tiroidite diffusa ed è correlata con la condizione clinica di ipotiroidismo.
Tuttavia il quadro ecografico può variare da forme ad ecostruttura omogenea ipoecogena, a forme pseudolobulari con aspetto francamente disomogeneo, a forme dove prevale la componente fibrosa con ghiandola atrofica e, infine, a forme dove si identifica un nodo di tiroidite nel contesto della ghiandola.
Semeiotica ecografica nelle tiroiditi
L'infiltrazione infiammatoria tipica delle tiroiditi può manifestarsi in modo più o meno omogeneo e variare le sue caratteristiche nel tempo. Possiamo così distinguere aspetti omogenei e disomogenei del parenchima tiroideo, con vari livelli di ecogenicità in base all'intensità infiammatoria. In linea generale, quadri di ipoecogenicità omogenea sono caratteristici di forme floride di recente insorgenza, mentre quadri disomogenei con aspetto lacunare o a nido d'ape sono caratteristici di forme inveterate, nelle quali la fibrosi, l'atrofia e le calcificazioni fanno parte del quadro involutivo.
Caso clinico ed ecografico:

Sezione trasversale. Aspetto ipoecogeno, disomogeneo, lacunare.

Sezione longitudinale. Aspetto ipoecogeno, disomogeneo, con areole ipoecogene

Ben evidente l'ilo. Aspetto non patologico

Assenza di vascolarizzazione interna

Aspetto reattivo, ben evidente l'ilo ecogeno
Caso clinico ed ecografico:

Tiroide diffusamente disomogenea, ipoecogena.

Ghiandola disomogenea in scansione trasversale

Ghiandola disomogenea in scansione longitudinale




Esame colorDoppler

Esame colorDoppler
Caso clinico ed ecografico:

Tiroide ipo-anecogena

Ghiandola ipoecogena

Ghiandola ipoecogena

Ghiandola ipoecogena, esame colorDoppler
Caso clinico ed ecografico:

Scansione longitudinale. Aspetto disomogeneo, con lacune ipoecogene.

Scansione trasversale. Aspetto diffusamente disomogeneo per la presenza di microareole ipoecogene.

Aspetto disomogeneo per la presenza di microareole ipoecogene.

Aspetto di significato non patologico. Ben evidente l'ilo ecogeno.

All'esame colorDoppler il linfonodo non dimostra vascolarizzazione interna
Tiroiditi non autoimmuni
Tiroidite subacuta granulomatosa (di De Quervain)
Sembra può essere lievemente o notevolmente aumentata di volume. Talvolta l’aumento appare asimmetrico e focale, ma più spesso la ghiandola è interessata interamente dalla patologia. La tiroide può essere aderente alle strutture circostanti. Sulla sezione di taglio le aree colpite appaiono bianco-giallastre e di consistenza superiore al tessuto tiroideo normale. Negli stadi avanzati di malattia un infiltrato flogistico cronico con fibrosi si sostituisce alle aree lese.
Tiroidite di Riedel
La tiroide può presentare dimensioni normali o essere lievemente aumentata di volume. L'organo a consistenza lapidea, colore grigio pallido, ed è asimmetrico con aspetto nodulare. La capsula interessata dal processo flogistico per cui si verificano tenaci aderenze con gli organi circostanti quali carotide, trachea e muscoli del collo. Nei casi avanzati parecchi mai atrofico e sostituito dal tessuto fibroso.
Ricerca di linfonodi patologici
Nel corso dell'indagine ecografica devono essere sempre ricercate eventuali stazioni linfonodali, descrivendole facendo riferimento alla classificazione di Robbins.

Ecografia Clinica. Busilacchi - Rapaccini. Idelson Gnocchi
L'ecografia nella patologia tiroidea - Teresa Rago, Aldo Pinchera, Paolo Vitti - Edizioni Plus - Pisa University Press.