Ecografia mammaria  

Ecografia mammaria: perché e quando eseguirla

Sebbene la mammografia risulti essere l'esame più completo e affidabile quale screening nel riconoscimento delle affezioni mammarie, l'ecografia per la patologia della mammella assume importanza in specifici casi. La migliore indicazione è rappresentata dallo studio delle opacità nodulari eventualmente rilevate all'esame mammografico. Ma l'ecografia trova la sua autonomia in alcune specifiche situazioni come, ad esempio: l'età giovane, in cui la densità ghiandolare non consente una chiara definizione alla mammografia; in gravidanza e allattamento, per la sua innocuità che lo rende esame da preferire per motivi proteximetrici; nelle alterazioni flogistiche e traumatiche, come primo approccio. In genere l'eco mammaria è eseguita insieme alla mammografia e, se occorre, alla risonanza magnetica nucleare. La possibilità di eseguire un agoaspirato ecoguidato e il centraggio di lesioni non palpabili rappresenta un valore aggiunto di indubbio significato clinico-diagnostico.

Per approfondire consiglio la lettura di questo lavoro pubblicato su una nota rivista scientifica: Ruolo dell’ecografia mammaria nella diagnosi del carcinoma occulto alla mammografia in donne con seno di elevata densità radiologica. Corsetti V.  et. Al. Radiol Med 2006.

 

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L'esame clinico, preceduto da un'attenta anamnesi (familiarità, precedenti noduli asportati chirurgicamente, neoplasie, ecc.), è di fondamentale importanza prima di procedere all'esame ecografico della mammella. La palpazione consente di individuare con elevata accuratezza l'80% dei noduli di diametro maggiore di 2,5 cm.

I noduli mammari sono più facilmente individuati alla palpazione in seni con prevalente componente fibroadiposa rispetto ai seni con prevalente componente ghiandolare, quest'ultima condizione tipica delle mammelle di donne in età fertile.

La scelta dell'apparecchiatura ecografica e l'esperienza specifica dell'operatore sono aspetti fondamentali in grado di condizionare l'attendibilità diagnostica. Generalmente si utilizzano sonde lineare ad alta frequenza (10-12-15 MHz). L'esame viene condotto in decubito supino, laterale obliquo controlaterale (30°) e laterale controlaterale (45°).

Conduzione dell'esame.

L'esame ecografico è eseguito a paziente supina con braccia alzate e mani dietro la nuca in modo da distribuire la ghiandola su una superficie più estesa e piana possibile. Nelle mammelle più voluminose è necessario alzare il fianco omolaterale della paziente con un cuscino.

La ghiandola deve essere esplorata nella sua interezza con scansioni orizzontali e trasversali parzialmente sovrapposte, in modo da limitare il rischio che porzioni della mammella non vengano visualizzate. Il prolungamento ascellare deve essere studiato con la stessa meticolosità in quanto può essere sede di tesuto ghiandolare ugualmente soggetto a localizzazioni neoplastiche, mentre il cavo ascellare può essere sede di linfoadenopatia da discriminare attentamente.

Lo studio dei dotti galattofori avviene con scansioni radiali.

Le alterazioni rilevate all'esame dovranno essere commentate e localizzate avvalendosi dei descrittori citati più avanti.

L'esame ecografico consente di visualizzare:

La cute (linea continua iperecogena, con aspetto a binario, di solito esplorabile con distanziatori)

La zona pre-mammaria (PM), costituita da:

- tessuto adiposo sottocutaneo (con aspetto ipoecogeno)

- Legamenti di Cooper (CL) (Con aspetto perecogeno)

La zona mammaria (MZ), separata dalla zona precedente dalla fascia premammaria (AMF) in diretta continuità con i legamenti di Cooper, costituita da:

- tessuto ghiandolare (aspetto variabile, dipendente dalle fasi del ciclo nelle donne in età fertile, maggiormente iperecogeno nelle giovani e nelle donne che fanno uso di estro-progestinici rispetto alle donne in età avanzata, per la presenza di varie componenti più o meno rappresentate: adipe, connettivo, parenchima) costituito da:

   # dotti lobari con le loro dilatazioni ampollari (LS= condotto e seno lattifero);

   # TLDU = unità dutto-lobulare terminale che sorge dai dotti lobari maggiori, collegata ad essi tramite il piccolo dotto extralobulare. E' costituita dai lobuli e dai dotti intralobulari.

Con l'utilizzo di sonde ad elevata frequenza è possibile scoprire eventuali vegetazioni patologiche aggettanti nel lume dei dotti galattofori, espressione di papillomi.

La zona retro-mammaria (RM), separata dalla zona precedente dalla fascia retromammaria (RMF), costituita da:

- tessuto adiposo retromammario

Più in profondità:

- muscoli pettorali

- coste e muscoli intercostali

- pleura e polmone

Localizzazione del piano di scansione:

Esistono 5 descrittori utili al fine di individuare con accuratezza la sede precisa di lesione:

1 - destra o sinistra

2 - quadrante di orologio

3 - distanza dal capezzolo, suddivisa in 5 zone:

   # SA = sub-areolare

   # 1-2-3 = tre zone di uguale estensione a partie dal capezzolo verso la periferia

   # AX = prolungamento ascellare

4 - profondità = A-B-C, rispettivamente, terzo superficiale, terzo medio e terzo profondo

5 - orientamento della sonda = RAD, AR, LONG, TR, OBL

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Técnica ecografía mamaria parte 1. J. Dehais

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Immagini: www.medicinapertutti.it